Sguardo Lucente è una piccola squaw che vive in una riserva,
lontano dai prati e ruscelli della terra dove è cresciuta. Quando la nostalgia
diventa troppo forte l’unica cosa che sembra fermarla è mangiare, mangiare
tutto quello che trova. Anche Aurora viene da un paese lontano lontano. Il maestro Giovanni
ha capito che, per aiutarla a sentirsi a casa, deve insegnarle a raccogliere i
suoi ricordi, come fanno gli indiani la sera attorno al fuoco e allora racconta
la storia di Sguardo Lucente.
Lucia Naldi è un “grande saggio”. Forse qualche piccolo indiano ha
già sentito altre avventure del maestro Giovanni, che Lucia ama raccontare. Il
suo lavoro è aiutare i piccoli indiani di tutte le tribù, attraverso giochi e
racconti, a parlare di loro e a capire il mondo.
Ai
bambini sradicati dai luoghi d’origine, dai riferimenti a loro familiari,
vengono sempre più spesso richiesti continui adattamenti. Perdere
i propri ricordi equivale a perdere sé stessi, poiché le tracce di quello che
abbiamo vissuto
rimangono in noi. Il
maestro Giovanni in questo nuovo racconto ci invita a ritrovare i fili che
compongono la tela della vita, creando un nostro personale
“acchiappanostalgia”.
Lucia
Naldi da 35 anni si occupa di bambini, svolgendo la propria attività
nell’ambito della terapia psicomotoria nel servizio pubblico. Con Sestante
Edizioni ha pubblicato nel 2011 La tribù dei contrari.
“Tutti soffrono all’idea di scomparire senza essere visti
né uditi in un universo indifferente e per questo vogliono, finché sono in tempo,
trasformare se stessi nel proprio universo di parole…” (Kundera)
Il
filosofo Bauman ha inventato la felice definizione di “vita liquida”
descrivendo la società attuale, in cui è fondamentale adattarsi al gruppo,
omologarsi, pena l’emarginazione. Si
vive di corsa, inseguendo continuamente qualcosa, spesso senza avere chiara la
meta. I
bambini sono la parte fragile della società, costretti a continui adattamenti,
che li costringono a confrontarsi con un mondo adulto che li vuole assimilare,
senza lasciare loro il tempo di godere pienamente l’infanzia. Sono
a volte sradicati dai luoghi di origine, dai riferimenti familiari, che
rimangono nel cuore e sono rimpianti, inespresse lacrime dell’anima. Diventa
così sempre più importante insegnare ai bambini a coltivare la memoria
personale, ancorarsi ai ricordi di persone, luoghi, momenti, che sono parte di
loro e, una volta elaborati, diventano i fili della tela della loro vita. Una
corretta elaborazione del passato aiuta nella progettazione del futuro e fa acquisire
consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, come accade alla
protagonista di questo delicato racconto, che viene salvata
dall’“acchiappanostalgia”. Il
sentimento della nostalgia rimane spesso costante, come pure il desiderio che
tutto ritorni come prima, come scrive Sandra Cisnero nel suo romanzo Caramelo: “… ma per me queste cose, quella canzone, quel tempo,
quel luogo, sono tutti legati insieme in un paese di cui sento nostalgia e che
non esiste più”.
Paola
Naldi
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