Tutto è cominciato tre anni fa da dieci insulti. Con un incipit folgorante:"Per un bergamasco l'insulto non è un'offesa, è una constatazione". Come a dire che se ti danno del cretino, è perché lo sei. Ecco
qui che attraverso modi di dire, espressioni ed insulti si indagano le
capacità comunicative bergamasche (...) ridendo della lapidaria
precisione descrittiva. Attraverso disegni e ironiche descrizioni si
conosceranno i Cà de tréfola, i ligurù, le puine ciciade e tanti altri
animali che stranamente trovano i natali fra i confini orobici.
Questa
non è un'operazione filologica, e non ha pretese scientifiche. Abbiamo
solo recuperato dalle nebbie del passato alcuni epiteti che raccontano
il legame con la natura e una certa ruvida ironia tipica del bergamasco,
con l'efficacia espressiva del dialetto. Alcuni dei significati sono
stati faticosamente ricostruiti, altri sono inventati, di altri ancora
si è discusso e si discute ancora. Chiediamo venia per gli errori e le omissioni. D'altronde, rischiamo solo l'affettuoso appellativo di "àsegn".
testi di Ezio Foresti ed illustrazioni di Emanuele Tomasi
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