Divenire II rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano

Collana: Transumanisti

€ 18.00

Il secondo volume di Divenire si presenta più ricco in dimensioni e contenuti rispetto al primo, ma soprattutto si giova degli interventi di alcuni nomi illustri della cultura italiana e internazionale che alzano ulteriormente il livello qualitativo della rassegna.Per la sezione Attualità spicca innanzitutto l’intervento dell’epistemologo Angelo Maria Petroni che difende la tesi di una perfetta sintonia tra liberalismo politico e tecnologie biomediche potenzianti. Segue un saggio critico sui fondamenti filosofici dell’umanismo e del postumanismo di Roberto Marchesini, teso a demistificare la concezione “pura” ed essenzialista dell’umano tuttora dominante. Alberto Masala approfondisce poi il tema dell’approccio naturalistico all’etica in relazione alle mutazioni della stessa natura umana, dando seguito ad un discorso già iniziato nel primo numero. Il quarto intervento della sezione Attualità è rappresentato dal Manifesto dei transumanisti italiani, redatto dal sociologo Riccardo Campa, che è anche curatore di questo volume. L’autore cerca di realizzare una sintesi tra le varie visioni politiche e culturali confluite nel movimento transumanista, al fine di elaborare un programma condiviso. Nella sezione Genealogia si trovano tre saggi di notevole interesse. Il sociologo americano James Hughes identifica la presenza in nuce di diverse idee transumaniste nel pensiero illuminista ed, in particolare, nelle opere di Diderot. Il giovane filosofo Francesco Boco rintraccia invece radici del transumanismo in un’area politico-culturale del tutto diversa, e in particolare nell’opera di un pensatore come Oswald Spengler. Infine, Emmanuele Pilia narra brevemente le vicende storiche dell’opera di Le Corbusier per arrivare a delineare l’influenza della stessa sui nuovi paradigmi dell’architettura. La parte dedicata alla Futurologia accoglie un contributo dello scrittore di fantascienza Giovanni De Matteo,volto a ricostruire gli orizzonti che emergono dai più noti film di science fiction e la filosofia che ha ispirato il lavoro dei registi. Ben quattro sono le recensioni pubblicate nella sezione Libreria. Domenico Dodaro espone i contenuti de La breve storia del futuro dell’economista liberalsocialista Jacques Attali, ex consigliere di Mitterrand e primo presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo; lo scrittore Sandro Battisti recensisce Semi-immortalità: il prolungamento indefinito della vita di Antonella Canonico e Gabriele Rossi; Stefano Vaj presenta e commenta invece i contenuti di Per farla finita con il nichilismo. Heidegger e la questione della tecnica di Guillaume Faye, intellettuale nietzschano già ideologo del GRECE; e infine Riccardo Campa propone una recensione del libro-intervista Dove va la biopolitica?, in cui il medesimo Stefano Vaj viene interrogato da Adriano Scianca in materia di rivoluzione biologica e transumanismo. Quattro punti di vista diversi, per interessi e provenienze personali, sulla trasformazione postumana, ma che ciononostante convergono su alcuni fondamentali giudizi di fatto e di valore. Forse quelli che sono davvero propri del transumanesimo.


Titolo: Divenire II rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano


Autore: a cura di: Riccardo Campa


Anno: 2009


ISBN: 978-88-96333-01-3


Pagine: 198


Collana: Transumanisti


DESCRIZIONE

Il secondo volume di Divenire si presenta più ricco in dimensioni e contenuti rispetto al primo, ma soprattutto si giova degli interventi di alcuni nomi illustri della cultura italiana e internazionale che alzano ulteriormente il livello qualitativo della rassegna.Per la sezione Attualità spicca innanzitutto l’intervento dell’epistemologo Angelo Maria Petroni che difende la tesi di una perfetta sintonia tra liberalismo politico e tecnologie biomediche potenzianti. Segue un saggio critico sui fondamenti filosofici dell’umanismo e del postumanismo di Roberto Marchesini, teso a demistificare la concezione “pura” ed essenzialista dell’umano tuttora dominante. Alberto Masala approfondisce poi il tema dell’approccio naturalistico all’etica in relazione alle mutazioni della stessa natura umana, dando seguito ad un discorso già iniziato nel primo numero. Il quarto intervento della sezione Attualità è rappresentato dal Manifesto dei transumanisti italiani, redatto dal sociologo Riccardo Campa, che è anche curatore di questo volume. L’autore cerca di realizzare una sintesi tra le varie visioni politiche e culturali confluite nel movimento transumanista, al fine di elaborare un programma condiviso. Nella sezione Genealogia si trovano tre saggi di notevole interesse. Il sociologo americano James Hughes identifica la presenza in nuce di diverse idee transumaniste nel pensiero illuminista ed, in particolare, nelle opere di Diderot. Il giovane filosofo Francesco Boco rintraccia invece radici del transumanismo in un’area politico-culturale del tutto diversa, e in particolare nell’opera di un pensatore come Oswald Spengler. Infine, Emmanuele Pilia narra brevemente le vicende storiche dell’opera di Le Corbusier per arrivare a delineare l’influenza della stessa sui nuovi paradigmi dell’architettura. La parte dedicata alla Futurologia accoglie un contributo dello scrittore di fantascienza Giovanni De Matteo,volto a ricostruire gli orizzonti che emergono dai più noti film di science fiction e la filosofia che ha ispirato il lavoro dei registi. Ben quattro sono le recensioni pubblicate nella sezione Libreria. Domenico Dodaro espone i contenuti de La breve storia del futuro dell’economista liberalsocialista Jacques Attali, ex consigliere di Mitterrand e primo presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo; lo scrittore Sandro Battisti recensisce Semi-immortalità: il prolungamento indefinito della vita di Antonella Canonico e Gabriele Rossi; Stefano Vaj presenta e commenta invece i contenuti di Per farla finita con il nichilismo. Heidegger e la questione della tecnica di Guillaume Faye, intellettuale nietzschano già ideologo del GRECE; e infine Riccardo Campa propone una recensione del libro-intervista Dove va la biopolitica?, in cui il medesimo Stefano Vaj viene interrogato da Adriano Scianca in materia di rivoluzione biologica e transumanismo. Quattro punti di vista diversi, per interessi e provenienze personali, sulla trasformazione postumana, ma che ciononostante convergono su alcuni fondamentali giudizi di fatto e di valore. Forse quelli che sono davvero propri del transumanesimo.