Giovanni Battista Lanzi protagonista e vittima del Seicento

Collana: Quaderni

€ 5.00 (eBook)

La storia di un’esistenza impegnata e tutto sommato edificante viene interrotta da una morte violenta, avvenuta a causa di motivi tutto sommato futili, passata sotto silenzio.


Titolo: Giovanni Battista Lanzi protagonista e vittima del Seicento


Autore: Marina Vavassori


Anno: 2010


ISBN: 978-88-96333-35-8, 978-88-6642-009-5(eBook)


Pagine: 136


Collana: Quaderni


DESCRIZIONE

Ancora una volta è il caso che fa emergere dal passato storie perdute o nascoste, invogliando a intraprendere letture e analisi, scavando tra carte d’archivio, alla ricerca di indizi come se si stesse svolgendo un’indagine poliziesca. Chi mai si è fermato a guardare la parte posteriore di una stele romana, conservata al Museo archeologico di Bergamo, su cui è inciso l’invito a fermarsi, a leggere, a piangere per una morte violenta avvenuta nel 1648?
Inizia così il percorso di ricerca tracciato da Marina Vavassori, che partendo dalla curiosità suscitata dal manufatto lapideo ha ricostruito la storia di un personaggio illustre, appartenente ad un altrettanto illustre famiglia, membro delle istituzioni di rilievo della città, stimato anche dalla Repubblica di Venezia che gli aveva affidato l’importante carica di Provveditore ai con­fini.
Nel delineare la vita di Giovanni Battista Lanzi l’autrice ha anche disegnato il suo cursus scolastico, dando notizie importanti su cosa venisse insegnato all’Università di Padova, come venisse insegnato, tracciando anche una rete di rapporti e conoscenze che illuminano la cultura del tempo. Così nel raccontare l’impegno del giovanissimo personaggio all’interno del Consiglio cittadino, l’autrice ci mette a conoscenza dei ruoli, degli ambiti d’in­te­re­sse, delle modalità che venivano seguite nell’attribuire gli incarichi, particolarmente onerosi in un periodo come quello in cui la peste dilagava e provocava dissesti umani ed economici. La capacità del giovane, l’esperienza maturata a fianco del padre, fanno sì che gli venga anche attribuito l’in­ca­ri­co di Provveditore ai confini, incarico di grande rilievo e responsabilità, poiché la manutenzione delle strade, la conoscenza dello stato delle vie di comunicazione, erano fondamentali per garantire il governo del territorio e le controversie con gli stati confinanti.
A più riprese ruoli importanti gli vengono attribuiti dalla Misericordia Maggiore di Bergamo, in primo luogo perché Giovanni Battista Lanzi aveva dimostrato di saper gestire enti assistenziali quali l’Ospedale maggiore di Bergamo e il Pio Luogo della Pietà istituito da Bartolomeo Colleoni, ma soprattutto perché, in qualità di membro del Consiglio comunale, si era battuto per mantenere l’autonomia della Misericordia quando la Repubblica veneta, nel 1634-35, aveva tentato di sottomettere l’istituzione benefica.
Dietro la figura pubblica emerge un personaggio stimato, colto, amante dello studio, dotato di una cospicua, interessantissima biblioteca, legato alla giovane Accademia degli Eccitati di cui condivide gli ideali politici ed etici.
La storia di un’esistenza impegnata e tutto sommato edificante viene interrotta da una morte violenta, avvenuta a causa di motivi tutto sommato futili, passata sotto silenzio.
Ma la stele romana, riutilizzata nella parte posteriore per l’iscrizione sepolcrale dedicata al virtuoso personaggio, posta nel luogo del delitto è rimasta, indizio importante per ricostruire attraverso la vita di un uomo un periodo, un contesto, uno spaccato della società.