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Liturgie decadenti Péladan e l'estetica del magico

Collana: Francesistica

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Joséphin Péladan (1858-1918) è una delle figure più singolari del Decadentismo francese. Nella sua vastissima opera, nello stretto connubio tra arte e vita, la continua messa in scena di sé, metamorfica ed estetizzante, si intreccia con una peculiare concezione della magia incarnata dal mago Mérodack. Solipsismo, sublimazione, controllo del desiderio e delle passioni, sacralità, sono alcuni degli imperativi in cui si declina l’estetica del magico proposta dall’autore, in cui confluisce anche il dibattito dell’epoca, filosofico nonché medico, sulla volontà. La componente fortemente elitista ed antidemocratica che presiede all’elaborazione di questo immaginario e che si esplicita, inoltre, nella costituzione dell’Ordine della Rosa+Croce del Tempio e del Graal nel 1890, colloca Péladan al centro di quella particolare temperie culturale che troverà nell’ideologia della destra il proprio approdo. In questo contesto, tra seduzione e manipolazione, il personaggio del mago non appare più solo come figura della volontà, per assurgere piuttosto a figura del potere, contenendo in nuce gli scenari inquietanti della storia del Novecento.


Titolo: Liturgie decadenti Péladan e l'estetica del magico


Autore: Michela Gardini


Anno: 2012


ISBN: 978-88-6642-053-8


Pagine: 178


Collana: Francesistica


DESCRIZIONE

Joséphin Péladan (1858-1918) è una delle figure più singolari del Decadentismo francese. Nella sua vastissima opera, nello stretto connubio tra arte e vita, la continua messa in scena di sé, metamorfica ed estetizzante, si intreccia con una peculiare concezione della magia incarnata dal mago Mérodack. Solipsismo, sublimazione, controllo del desiderio e delle passioni, sacralità, sono alcuni degli imperativi in cui si declina l’estetica del magico proposta dall’autore, in cui confluisce anche il dibattito dell’epoca, filosofico nonché medico, sulla volontà. La componente fortemente elitista ed antidemocratica che presiede all’elaborazione di questo immaginario e che si esplicita, inoltre, nella costituzione dell’Ordine della Rosa+Croce del Tempio e del Graal nel 1890, colloca Péladan al centro di quella particolare temperie culturale che troverà nell’ideologia della destra il proprio approdo. In questo contesto, tra seduzione e manipolazione, il personaggio del mago non appare più solo come figura della volontà, per assurgere piuttosto a figura del potere, contenendo in nuce gli scenari inquietanti della storia del Novecento.

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