Musi gialli e Berretti verdi: Narrazioni Usa sulla Guerra del Vietnam

Collana: Zebre

fuori catalogo

La narrativa americana sulla Guerra del Vietnam comprende quasi millecinquecento opere, in buona parte trash. Questo saggio ne disegna una mappa e ne evidenzia alcuni tratti distintivi: il culto dell’autenticità, il realismo della rappresentazione, la pervasività del turpiloquio e del black humor, la rimozione del nemico, la tendenza a spettacolarizzare l’esperienza di guerra o a viverla come un’ebbrezza sessuale. Gli scrittori della generazione del Vietnam e i loro personaggi, traumatizzati non solo dalla guerra nella giungla, ma anche da una società americana in radicale trasformazione, reagiscono costruendo comunità maschili misogine e omofobiche, per sostituire le famiglie di origine e la società con cui non sono più in grado di comunicare. Nella creazione di questa memoria alternativa essi si aggrappano, rivisitandoli, ai grandi miti della frontiera americana e agli eroi tanto celebrati dal cinema western hollywoodiano.
Ma non tutta la letteratura del Vietnam rientra in questo quadro impietoso. Musi gialli e Berretti verdi concede anche ampio spazio a scrittori come Tim O’Brien, Michael Herr, Robert Olen Butler e Stephen King, che si sottraggono agli stereotipi e propongono uno stile narrativo complesso e immaginativo, interrogandosi su questioni etiche cruciali.

Stefano Rosso (Novi Ligure, 1956) è ricercatore di Letterature anglo-americane presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Bergamo, dove coordina il Gruppo di ricerca sui linguaggi della guerra e della violenza (www.unibg.it/guerra).
Ha studiato negli Stati Uniti (Binghamton University) e nel 1987 ha ottenuto un dottorato di ricerca in Anglistica in Italia; insegna a Bergamo dal 1987. Si è occupato di critica statunitense e attualmente si interessa soprattutto di narrativa di guerra e di romanzo poliziesco americano. Ha curato con Stefano Ghislotti Vietnam e ritorno (Marcos y Marcos, 1996), nonché alcuni fascicoli monografici (Nuova Corrente, Rivista di estetica, Ácoma, Arcipelago). Ha pubblicato in volumi collettanei e collaborato a varie riviste (Alfabeta, Il confronto letterario, Boundary 2, Critical Inquiry, Differentia). Attualmente fa parte delle redazioni di Ácoma e di Arcipelago. Con Roberto Cagliero dirige la collana “Americane” dell’editore Ombre Corte di Verona.


Titolo: Musi gialli e Berretti verdi: Narrazioni Usa sulla Guerra del Vietnam


Autore: Stefano Rosso


Anno: 2003


ISBN: 978-88-87445-35-0


Pagine: 288


Collana: Zebre


DESCRIZIONE

La narrativa americana sulla Guerra del Vietnam comprende quasi millecinquecento opere, in buona parte trash. Questo saggio ne disegna una mappa e ne evidenzia alcuni tratti distintivi: il culto dell’autenticità, il realismo della rappresentazione, la pervasività del turpiloquio e del black humor, la rimozione del nemico, la tendenza a spettacolarizzare l’esperienza di guerra o a viverla come un’ebbrezza sessuale. Gli scrittori della generazione del Vietnam e i loro personaggi, traumatizzati non solo dalla guerra nella giungla, ma anche da una società americana in radicale trasformazione, reagiscono costruendo comunità maschili misogine e omofobiche, per sostituire le famiglie di origine e la società con cui non sono più in grado di comunicare. Nella creazione di questa memoria alternativa essi si aggrappano, rivisitandoli, ai grandi miti della frontiera americana e agli eroi tanto celebrati dal cinema western hollywoodiano.
Ma non tutta la letteratura del Vietnam rientra in questo quadro impietoso. Musi gialli e Berretti verdi concede anche ampio spazio a scrittori come Tim O’Brien, Michael Herr, Robert Olen Butler e Stephen King, che si sottraggono agli stereotipi e propongono uno stile narrativo complesso e immaginativo, interrogandosi su questioni etiche cruciali.

Stefano Rosso (Novi Ligure, 1956) è ricercatore di Letterature anglo-americane presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Bergamo, dove coordina il Gruppo di ricerca sui linguaggi della guerra e della violenza (www.unibg.it/guerra).
Ha studiato negli Stati Uniti (Binghamton University) e nel 1987 ha ottenuto un dottorato di ricerca in Anglistica in Italia; insegna a Bergamo dal 1987. Si è occupato di critica statunitense e attualmente si interessa soprattutto di narrativa di guerra e di romanzo poliziesco americano. Ha curato con Stefano Ghislotti Vietnam e ritorno (Marcos y Marcos, 1996), nonché alcuni fascicoli monografici (Nuova Corrente, Rivista di estetica, Ácoma, Arcipelago). Ha pubblicato in volumi collettanei e collaborato a varie riviste (Alfabeta, Il confronto letterario, Boundary 2, Critical Inquiry, Differentia). Attualmente fa parte delle redazioni di Ácoma e di Arcipelago. Con Roberto Cagliero dirige la collana “Americane” dell’editore Ombre Corte di Verona.

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